Reliquiario di Santa Barbara |
La Santa, nata in Nicomedia, attuale Jzmid, fu rinchiusa dal padre in una torre, perchè cristiana, e poi da lui fatta decapitare, durante la persecuzione di Massimo nel 3° secolo. È "protettrice in secondo luogo" di Ravello, come S. Pantaleone, suo concittadino, patrono principale, marterizzato nella stessa città nel 325 d.C. L'immagine è costituita da due parti, distinte per epoca e materiale. Il busto è in legno dorato e policromato, cinquecentesco, restaurato nel 1978. Su di esso è inserita la testa in argento, chiusa da due lastre con cerniere; vi si conserva il cranio della Vergine e Martire. La santa giovinetta presenta tratti aspri, rigidi ed asimmetrici: la fronte sfuggente tra i capelli; il volto liscio e rigonfio; il naso lungo ad uncino; il mento breve.e tondo, rientrante rispetto al setto nasale; gli occhi a inandorla, sbarrati in una rigida fissità còn arcate sopracciliari nettissime; la capigliatura in argento dorato, trattenuta con trecce sulla fronte, adorna di sette gemme, disposte a semicerchio come una corona, quella centrale è un' ametista con inciso stemma gentilizio; sono elementi stilistici che permettono di attribuire l'opera ad un argentiere anonimo del x m secolo, conoscitore in particolare della scuola federiciana e de- gli ultimi riflessi stilistici bizantini con apporti nuovi gotici Santa Barbara è venerata in Oriente ed in Occidente come patrona degli artiglieri, fucilieri e minatori
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Reliquiario del braccio di San Tommaso |
E' costituito da lamine in argento sbalzate, di gusto tardo gotico, databile al XIV secolo. A centro si vede nella lamina forata la reliquia del santo Apostolo. Reca come unici elementi decorativi in alto, al polso, la scritta in caratteri gotici: "Chisto lo Braco Tomasi"; in basso, in corrispondenza del bordo della base: "Qui est bracio Santo Tomaso". La semplicità stilistica e la curiosa scritta, mescolata tra latino e volgare, lasciano supporre che il manufatto provenga da qualche oreficeria provinciale o locale.
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Il pluteo, cioè pannello in marmo, decorato a bassorilie- vo, presenta interessanti motivi ornamentali, riscontrabili in chiese paleocristiane e medioevali. Sotto archetti sfalsati e sovrapposti sono scolpite gigliacee stilizzate, che spiccano sul rosso dell'oro del fondo musivo; ai laterali sono le cornici scolpite a racemi fuoriuscenti da un vaso, entro cui si elevano alternativa- mente un grappolo d'uva e foglia di vite. La straordinaria armonia tra gli eleganti disegni a rilievo marmorei e la preziosità cromatica musiva testimonia la continuità dei temi bizantini; databile al XII secolo. Serviva per recinzione dell'altare maggiore della chiesa di S. Giovanni del Toro, per la quale fu fatto eseguire da un membro della nobile famiglia ravellese Frezza, come si legge sulla fascia marmorea della base: "FILIUS FlLIPPI FREZE AD HONOREM DEI ET SANTO JOHANNIS (abbreviati) FIERI...
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LASTRA MARMOREA MOSAICATA |
Lastra marmorea mosaicata La suddetta lastra, che è squadrata in sei riquadri , riproduce a mosaico bellissimi e multicolori fiorami, con delicate ornamentazioni di uccelli, recanti rami di olivo simbolo di pace. Come le cornici, che sono su altro espositore, faceva parte del pregevolissimo Ambone del Vangelo (a. 1272), ridotto per dar posto ad un pilastro nella trasformazione barocca della Chiesa. |
Il Drago La lastra marmorea con mosaici, in due pezzi, il più lungo raffigura con vivaci colori un grosso drago, simboleggiante il demonio; il più piccolo è ricco di minute tessere mosaicate. Come altri pezzi proviene dall'Ambone del Vangelo ridimensionato nel Settecento, per il rifacimento barocco di tutta la Chiesa. Pluteo marmoreo a rilievo e mosaico |
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