Santa Maria delle Grazie
Nel territorio gravante intorno alla Chiesa di San Pietro alla Costa, nella fascia di terra declinante verso il mare sulla parte orientale del promontorio di Ravello, sin dall' anno 114: si nomina la località "Pendolo", Era un quartiere, una borgata cinta da mura, a cui si accedeva attraverso una porta: qui si era concentrata un'intensa attività umana. E' su una delle più alte terrazze che prima del 1163 un nobile e ricco ravellese fonda la Chiesa di San Matteo del Pendolo, che poi, nel 1733, muterà nome nell'attuale Santa Maria delle Grazie. Documentata già dal secolo XII ha un impianto basilicale a pianta pressochè quadrata. Un doppio colonnato interno la suddivide nel senso trasversale in tre navate:due laterali di ampiezza pari a circa m.2'30 ed una centrale di ampiezza doppia,ed in tre campate nel senso longitudinale culminanti in tre absidi nella zona del presbiterio. L'edificio si avvale di un atrio di ingresso suddiviso da tre grandi arconi in due campate che costituiscono un prolungamento all'esterno della suddivisione interna delle navate. Al corpo principale della chiesa si affianca una torre campanaria di pianta anch'essa quadrata la quale ospita all'intradosso del catino un affresco risalente al XII secolo .L'interno della chiesa non ha decorazioni di rilievo e presenta al centro quattro colonne romane di spoglio in granito, su cui sono posizionati tre capitelli corinzi,anch'essi di riuso,in marmo,ed uno di fattura mediovale,decorato con ovuli e palmette,eseguito ad imitaxione di quelli romani. Dai quattro capitelli,mediati da un pulvino, si dipartono i dieci arconi che sostengono la volta delle navate laterali e centrale. Due piccole colonne,complete di capitelli e basi,si inseriscono infine nell'abside della navata principale. La chiesa ha subito, anche recentemente, trasformazioni e rimaneggiamenti che ne hanno mutato profondamente il suo aspetto originario Le tre navate, dal classico impianto romanico, senza transetto, terminano in tre absidi semicilindriche. Viste dall' esterno, le absidi pensili bombate intercalate con le nicchie d'alleggerimento hanno un disegno architettonico più volte ripetuto nelle chiese di Ravello. Il corpo posteriore dà l'impressione di straordinario slancio verso l' alto, quasi un fascio di canne d'organo che suonino lode al Cielo. Ma torniamo all'interno, dove gli intradossi delle volte a crociera a sesto acuto, ben illuminati dalle finestrelle alte del cleristorio, danno tra ombre e luci uno straordinario effetto d'intarsio. Due snelle pregevoli colonnine di marmo, dagli eleganti capitelli ornamentali a dado, sono inserite entro gli spigoli dell' abside centrale. Sulla loro linea d'unione è posto un piccolo modesto altare in calce martellata, arretrato rispetto al preesistente, di cui si nota l'impronta a pavimento. Delimitano le navate, a due a due, quattro colonne in liscio granito grigio, con tre capitelli d'ordine ionico-corinzio e uno romanico. Anche le navate laterali sono coperte da volte a crociera, visibilmente abbassate rispetto alla centrale. A destra dell ' ingresso v' è una cappelluccia, che nell ' alto della nicchia conserva una porzione di antico affresco, antico quanto la Chiesa, di una Madonna che allatta ( altro tema ricorrente nelle immagini sacre nelle chiese di qui). C' è anche una piccola sacrestia. coperta da volta a botte, con una nicchia: vi si trova depositato, oggi, il paliotto ch adornava l' altare precedente, restaurato nel 1937. Infine c' è il tozzocarnpaniletto a due ordini, con un' oblunga finestrella per lato. Straordinario colpo d' occhio si può avere osservand, dall' alto, quando risali le scale diretto al centro della Citu gli estradossi delle volte del complesso religioso: un disegn spaziale dalle curve dolci e ripetute come le onde del marr nel quale si rispecchia.
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